Un’altra domenica

Un paio di giorni senza aggiornare il blog. Ora come ora mi sembra un tempo lunghissimo, quando prima era più che normale. Mi sono dato anche un po’ alla tv, come fanno quasi tutti. Avevo anche la necessità di staccare e di fare qualcosa di diverso. Ebbene, adesso sono tornato, chi non muore si rivede, e fino a quando starò su questa terra, siete destinata a rivedermi su questi schermi. Ascoltare e proporre musica è una delle mie attività preferite, quindi mi sembra logico farlo anche stasera.

Folk americano

Oggi è domenica. Sono adesso attaccato alla cuffia del mio pc, cercavo prima il tablet, ma l’ho perso, non so dove l’ho lasciato, quindi sono tornato al mio vecchio computer, dove peraltro la musica si ascolta benissimo. E’ sempre di scena, come da un po’ di tempo a questa parte, il mio folk americano. E’ il genere che adesso ascolto di più e quello che vi propongo quasi sempre. Adesso per esempio, sto ascoltando Greylag – Another

Dopo aver perso un po’ di tempo su internet per visitare altri siti, la prossima canzone che condividerò è quella che sto ascoltando adesso. Non mi dilungherò molto a presentarvela, anche perché finirà tra poco, quindi vi dico semplicemente titolo ed autore. What Your Desire – Daggy Man

E sta per finire un’altra domenica….Una delle tante, non che la cosa mi dispiaccia. Non è stata una domenica memorabile, adesso sto cercando di concluderla nel migliore dei modi, spero di riuscirci. Ho tante idee per la testa, dovrei mettere a posto, scrivere, prepararmi per andare a letto, ma intanto la musica incombe, quindi eccoci alle piccole cose, Small Things – The Audrey

Adesso che ho ripreso dopo un paio di giorni, vi dirò che è martedì, un martedì molto freddo, direi normale per quanto riguarda il lavoro ed altre attività umane. L’unica cosa che c’è da dire è che la nebbia che c’era ieri per fortuna si è dissolta. Io sto lavorando ad un nuovo singolo, si intitolerà atmosfera. Lo proporrò naturalmente su soundcloud, poi vediamo. Heavenly Track – Kaia Kater

Sto spendendo tanto tempo per realizzarlo al meglio. Il programma, quello che sto usando, mi sta come al solito dando del filo da torcere perché è molto difficile da usare. Mi consente però anche di fare delle cose interessanti, che da solo o con altri sarebbero difficili, se non impossibili. Andiamo comunque alla musica, quella che c’è già. Anche adesso sto ascoltando una bella canzone, quindi non posso che proporvela anche a voi. Disappear – Skin & Bones

Ci servirà vivere tutto questo tempo?

Oggi abbiamo letto sui giornali che potremmo, in teoria, molto in teoria, vivere fino a 500 anni. Saremo quasi immortali. Chissà quando sarà possibile, ogni tanto comunque qualche buona notizia ci vuole. La musica, quella non manca mai, vi propongo adesso Dylan le Blanc – Easy Way Out

Bisognerà che mi occupi di trovare questi bei pezzi su youtube, per fare in modo che li possiate ascoltare anche voi. Sono tutti molto belli. Penso quindi di fermarmi, per il momento. Non mi resta che augurarvi buon ascolto e buona serata, sempre qui, su festivalmusicale!

Il grande freddo

Si potrebbe guardare la televisione, ci sono delle notizie importanti. Ci sono però anche tante cose da fare, quindi, eccomi qua alla scrivania, a farle, non prima però di avere ascoltato un pezzo musicale, il primo che vi propongo, e che sto ascoltando in questo momento. Sento una chitarra che arpeggia rapidamente, farò in fretta a presentarvi questa canzone, prima che finisca. In una serata che potrebbe essere sonnacchiosa, ecco quindi un brano che “corre”.. Si tratta di un certo Half Moon Run  – Devil May Care

Fa un freddo cane, ho i piedi gelati. Ho chiesto qui a casa se c’è qualcosa di aperto. Ma mi hanno risposto di no. Io stesso sono andato a vedere che tutte le finestre fossero chiuse. Nonostante questo, mi sento abbastanza tranquillo, e in un certo senso anche pronto a presentarvi la prossima canzone, dei The Barr Brothers – Love Ain’t Enough

Non vorrei essere stato troppo precipitoso a presentarvi il pezzo di prima. Forse dovevo ancora “assimilarlo”. Probabilmente ho imposto un’accelerazione, anche per colpa del freddo, che ormai mi è quasi entrato nelle viscere. Il prossimo brano lo sceglierò meglio, quando sarò più convinto che sia quello giusto. Vi dirò che alla televisione c’era un film intitolato l’uomo della neve, o delle nevi, quindi proprio in sintonia con il freddo di stasera. Essendo un thriller, non era molto nelle mie corde, anche se l’avevo già visto, non ricordandomi però per niente la trama. Non importa, non sono un cinefilo, e questo lo so benissimo. Ho preferito quindi venire qui, a scrivere ed ascoltare. Adesso, per esempio, c’è questo brano dei Fossil Collective, che ben si addice alle attuali tensioni internazionali. Si intitola non per niente Disarm – Fossil Collective

Dicono che le giornate si stanno cominciando ad allungare, e questo sicuramente è vero. Ci attendono però almeno un paio di mesi dove saremo costretti a battere i denti. C’è peraltro anche molta umidità e la nebbia di cui mi sembra di avere già parlato, persiste.

Caramelle

Questa nebbia, oltre alla scarsa visibilità, comporta anche una cattiva qualità dell’aria che respiriamo. Eccoci allora al mal di gola di stagione, e alle caramelle all’eucalipto che girano. Io prima ne ho presa una. Un po’ aiutano e sono utili per respirare meglio, e anche quando, raramente, devo fare qualche registrazione. Adesso per esempio è quasi pronta una nuova canzone, ve lo anticipo, ma poi magari la posterò per poterla condividere con voi. Non so quando questo potrà avvenire, non voglio avere troppa fretta. Mi rendo conto di stare parlando di cose poco importanti, quindi obbligatoriamente mi fermo, anche perché è arrivato un brano proprio bello, questo Try – Escondido

Finirò di scrivere questo post, e poi farò ancora in tempo a fare qualcosa, sono solo le 22, passate da poco. Se non perdo o non butto via il tempo, potrei andare anche a letto presto, per una volta, mi sembra di non avere tante cose da fare, o quelle che dovrei fare, preferisco rimandarle a domattina, quando avrò più energia. Philosophize in It! Chemicalize with it – Kishi Bashi

Ho voluto concludere volutamente la serata con un brano energico. Penso possa risultare stimolante, anche a voi. Ci vediamo domani, o alla prossima. Rimanete su questi schermi!

By Night

Volare alto, era quello che spiegavo ieri facendomi promotore di uno stile di vita. Spero di essere riuscito a farmi capire. Oggi dico semplicemente che il nostro Lionel, dovendo prendere un aereoplano per tornare nel Nevada, ci è riuscito, è volato in alto per davvero.

Un lungo viaggio

Io stesso l’ho accompagnato in aereoporto, lui aveva il check in verso le 19 e alle 20.30 il volo, quindi è ancora in viaggio. Un viaggio lungo, peraltro appena iniziato. Farà uno scalo di un bel po’ di ore a Londra, dopodiché prenderà un altro aereo per il suo volo transoceanico. Arriverà a casa sua non prima di domani sera, ora americana, si intende. Noi l’abbiamo ospitato e siamo stati contenti di averlo a casa, è stato per noi come un figlio. La sua vacanza però è finita, e lui doveva per forza tornare a casa, anche per riprendere il lavoro. Adesso qui a casa l’atmosfera è sommessa, la sua partenza ci ha fatto un po’ di vuoto. Vorrei allora proporvi, anche per tirarmi su questo brano festoso, dei Johnnyswim – Don’t Let it Get You Down

La nebbia che c’era oggi, era veramente impressionante. Un po’ metaforica del futuro, del nostro futuro, che oggi mi sembra pieno di incognite. Non entro nel merito delle tensioni politiche ed internazionali. Ci sono già autorevoli commentatori e giornalisti che lo fanno. Dico solo che non è un momento facile. Tornando alla nebbia, quella vera, pensavo addirittura che fosse anche un problema partire. Credo però che tutto sia andato secondo i piani, anche perché sul tabellone delle partenze, i voli decollavano quasi tutti.  Morningside – Dana Sipos

Penso che verso mezzanotte, Lionel potrà darci un salvoarrivo. Non ci vuole molto infatti per arrivare a Londra, e lì dovrà aspettare un sacco di ore. Pamela aspetterà il suo messaggio, noi invece saremo penso a letto. Manu stasera era molto stanco, io invece sto abbastanza bene, mi sento abbastanza tranquillo e penso che nel prossimo futuro, nonostante le tante incognite di cui accennavo, potremo fare tante cose positive. Penso sia giusto essere un po’ positivi. C’è anche questo brano che sto ascoltando, che mi induce ad esserlo, dei Misophone – Swan’s Road

Giornata comunque nel complesso impegnativa, e movimentata. Oltre ai soliti documenti, sono dovuto andare in una casa a prendere un vecchio cellulare dimenticato sopra una scrivania. Me l’ha chiesto una mia collega, a cui ho voluto fare questo piacere. E’ bello fare qualcosa per gli altri, quando se ne ha la possibilità. C’è poi stata la partenza, di cui vi ho detto, con annesso accompagnamento all’aereoporto. Adesso sono qui, ma mi sento abbastanza stanco, non so quindi per quanto tempo ancora. La cosa migliore è lasciarvi con questa bella canzone, di Puzzle Muteson – By Night

Volare Alto

Domani ricomincia il lavoro e la scuola, in generale tutte le normali attività, dopo la parentesi invernale natalizia. Non che questo mi renda particolarmente contento. Ci saranno nuove sfide e problemi da affrontare, ma se non altro potremo dire che siamo ritornati alla nostra vita normale. Vita che necessariamente è connessa con le nostre abitudini, le persone a cui vogliamo bene e le tante cose che abbiamo da fare. Per noi stessi, per la nostra famiglia, per la società. Forse questo preambolo è un po’ inutile o retorico, preferisco darvi un messaggio un po’ più forte e immediato. Per vivere bene, per dare forza e sprint alla nostra vita, dobbiamo volare alto.

Non so se questa è una bella pensata, ma per avvalorare questo concetto, propongo e condivido anziché il solito brano di musica, un’immagine ricevuta su whatsapp. Spero che l’autore non me ne voglia, anche perché credo francamente che non sia un lettore di questo blog, quindi non si accorgerà del plagio.

La Befana

Ad ogni modo, una che volava alto, era anche la Befana. La ricordo, anche perché oggi era il suo giorno. Per noi volare alto ovviamente non è andare in cielo sopra una scopa. Per noi volare alto è vivere sull’onda delle nostre emozioni, passioni, talenti. Se seguiamo quest’onda potremmo trovarci bene, vivendo una vita libera e non imprigionata in soliti e banali, consumati schemi. Com’è famosa questa canzone di Adele, ma siccome è in tema, penso di condividerla. Skyfall – Adele

Faccio in realtà un po’ di confusione, perché in realtà skyfall vuol dire caduta dal cielo, quindi in realtà una cosa diversa rispetto a quella che volevo dire. Vabbè, non ha importanza, a volte è giusto essere un po’ imprevedibili e sorprendenti. Nonostante l’imprevedibilità, c’è però comunque una cosa che mi piace sempre fare: aspettare delle belle canzoni. Adesso finalmente ne è arrivata una che quindi vi propongo. E’ di Mail the Horse – In our Time – Alternate Version

E questa poi? Sembra ancora meglio, quindi la dedicherò a voi, inserendola nella playlist come proposta conclusiva. Luluc – Without a Face

L’età dell’Oro

E’ vero che c’è poco tempo per ascoltare, condividere, proporre, ma posso cercare di fare qualcosa. C’è intanto questo foglio bianco da riempire, e poi questo Thirty che non è niente male, degli The Weather Station – Thirty

Avevo già fatto ieri dei ragionamenti, dicendo che questi che sono iniziati sono gli anni ’20. Ebbene, adesso siamo ai 30, perché se non sbaglio è questo il significato di Thirty. Naturalmente, con la fantasia e l’immaginazione, si può volare fintanto che si vuole, ma, probabilmente il significato o i significati di Thirty sono diversi, e non fanno necessariamente riferimento all’anno del calendario. Comunque sia o la si voglia pensare, non mi sembra che questa sia un’età di evoluzione, sviluppo, miglioramento. Non mi sembra sia l’età dell’oro, anche se gold è il titolo della prossima canzone, di un certo Wake Owl – Gold

Oggi giornata di stress, nervosismo, ansia, depressione. Mi sentivo in più un mezzo straccio, e a metà giornata mi sono dovuto prendere una Tachipirina. Non che poi sia stato meglio, anche se lì per lì mi sembrava che la pastiglia mi avesse fatto qualcosa. Sono andato al lavoro che c’era ancora il sole, sono uscito dallo studio che erano calate le tenebre. Ho continuato a sentirmi un po’ così, non propriamente al massimo. Sono poi andato a fare un paio di commissioni, dopodiché sono tornato a casa. Giornata nel complesso abbastanza negativa, problematica, come spesso sono le giornate che precedono le partenze. Faccio una fatica incredibile a prepararmi, scegliere i vestiti, selezionare le cose da portare. Adesso comunque, che sono le 22, già 3 borse sono pronte per essere caricate, penso quindi che le posizionerò in mattica, quantomeno per avvantaggiarmi per le tante cose che ci saranno da fare domani mattina. Need a Little Help – Streets of Laredo

Interessante il titolo del brano che ho appena condiviso, ricorda incredibilmente with a little help from my friends, dei Beatles. L’avranno fatto apposta? Non credo, so solo che in quel caso c’era Ringo Starr che cantava, adesso invece ci sono gli Streets of Laredo. Ad ogni modo, non mi voglio trattenere oltre, anche perché il pezzo che sta arrivando è proprio bello, quindi non posso condividerlo. I don’t know what I can save You from – Kings of Convenience

Effettivamente però un piccolo trucchetto c’è. Il brano l’avevo condiviso qualche tempo fa, è per questo che mi è apparso subito bello e conosciuto. Non importa, ogni tanto ci sta anche qualche bis, mica si possono o si devono per forza proporre cose nuove.

Una fredda serata

Non so da che parte cominciare, potrei intanto dirvi che essendo cambiato l’anno e il decennio, siamo ormai entrati negli anni ’20. Beh, penso che questo lo sappiate tutti, anche se magari siamo presi dal vortice delle nostre azioni, della nostra vita, quindi questa realtà non si considera molto. Eppure si, questi giorni, e questi che seguiranno, ancora per un bel po’ di tempo, ci vedranno sotto il segno di questa decade, dei 20. Cosa ho fatto io per festeggiare questo cambiamento? Niente di eclatante, ho partecipato ad una passeggiata notturna dove una coppia di animatori, ma forse è meglio dire guide, hanno presentato le caratteristiche e la storia del nostro territorio. Territorio che in realtà è piccolo, ma è quello dove viviamo, quindi per noi è importante.

La passeggiata

Queste due guide, marito e moglie, che sarebbe più giusto definirli professori, sono stati molto bravi, a farci conoscere, a me e agli altri, in tutto saremo stati una cinquantina di persone, alcune prerogative e caratteristiche della nostra storia, della nostra città, regione, territorio. Vi dirò che la serata è stata abbastanza fredda, ma sono stato in giro volentieri, un po’ per stare all’aria aperta, un po’ per smaltire le tante calorie che avevo assunto con il cibo che avevo mangiato durante il giorno e nel corso della serata. Tra pizze, focacce, gelato, pane, ho pasticciato. E’ stato faticoso uscire, ma l’ho fatto volentieri, e superato il ghiaccio, o meglio il gelo iniziale, sono stato contento. Mi sono presentato a questa passeggiata che ero da solo. Tutti, o la maggior parte delle persone che c’erano, si conoscevano. Io, ripeto, essendo da solo, ero un po’ in imbarazzo, ma poi mi sono sentito subito bene. Mi hanno messo a mio agio, anche perché non conoscendo nessuno del gruppo, non potevo neanche essere in imbarazzo. Leaf Off / The Cave – Josè Gonzales

La serata si è conclusa con il canonico brindisi di fine/inizio anno. Per chi voleva c’era anche panettone e pandoro. Io intelligentemente mi sono astenuto, ormai alla mia età non si possono più mangiare quelle cose lì, soprattutto ad una certa ora. Ovviamente eravamo al chiuso, e dopo che è finito il brindisi e la serata, sono andati via tutti, me compreso. Prima di uscire mi hanno chiesto se volevo un caffè, e io ho accettato, anche perché il poco spumante che avevo bevuto, mi aveva dato un po’ alla testa.

Una fredda serata

Non mi sentivo tanto lucido, e poi quando sono uscito ero anche infreddolito, e anche un pochino impaurito. Continuavano infatti a sparare, ed avevo paura di essere colpito. Quando sono tornato a casa, Manu era ancora sveglia, io ero molto stanco e poco dopo siamo andati a letto. Mi faceva già un po’ male la testa, in quel momento, ma quando mi sono svegliato, verso le 5 di mattina, il dolore era anche peggio. Mi è toccato pasticciare di nuovo, questa volta non con il cibo, ma con le medicine. E, tra un biscotto, una pastiglia e qualche integratore, mi sono rimesso di nuovo a letto. Per fortuna, poco dopo il dolore mi è passato e così mi sono potuto rilassare What is this – Willy Mason

https://www.youtube.com/watch?v=oXS2mYFCZLA

Stamattina c’era il sole. Io e Manu siamo usciti perché Pamela aveva invitato una sua amica a dormire, allora anche per non stare a casa, abbiamo preferito andarcene. Oltretutto avevamo anche qualche commissione da fare. La giornata è poi proseguita abbastanza normalmente. Io sono stato un po’ dietro alla casa, alla famiglia, e al lavoro. Mi sto rilassando solo adesso, che è quasi il momento di andare a letto. Vi lascio allora con un brano molto dolce, che mi sembra in sintonia Birth and Death Are Sister – Deer Bear

The song they play

Già due volte oggi che all’accensione il computer non si avvia, e devo pigiare il bottone di reset. Devo preoccuparmi? Non ci capisco niente, beato chi ci capisce. Il problema non penso che sarà avere windows 7 piuttosto che windows 10, come dice il mio vicino. Il problema sarà di altra natura, anche perché il mio windows 7 finora non mi ha mai dato problemi, e l’ho addirittura protetto con un potente antivirus. Comunque, bando alle ciance, ecco la prima canzone che arriva The Song They Play every night – Little green cars

Sarò tranquillo solo quando Manu sara davanti alla televisione; solo in quel momento sarò sicuro che non potrà fare danni. Ma no, dai, mi dico, che cose sconce che dico. Lavora tutto il giorno, è ingiusto che io pensi a certe cose. Per il momento comunque, tutto procede normalmente. Io sono qui davanti al computer perché ieri ho visto con lei un film così deludente, che mi è passata la voglia di vedere la televisione. Meglio la musica, che almeno sono sicuro che non mi tradisce. Trovo sempre qualcosa di buono o da scoprire. Per esempio, vi dirò che questo che sto ascoltando adesso è abbastanza stimolante. E’ di The Woodlands – Bronze

Oggi avrei voluto fare di più, molto di più, ma sono stato interrotto o meglio cooptato per fare delle commissioni. La banca, la spesa, il negozio, la prenotazione della camera dell’albergo, rimasta in sospeso per quasi tutta la giornata e poi finalmente andata a buon fine, scusate il gioco di parole. C’era una faccenda di prezzi e condizioni da risolvere, poi c’è stato un chiarimento con la famosa segretaria e la camera è stata confermata. Partiremo quindi tutti insieme, e saremo nello stesso hotel. Gethsemane – Dry the River

Alla fine della giornata di domani inizierà il nuovo anno. Tutti si faranno gli auguri, io sinceramente non so che cosa augurarmi o cosa augurarsi.

Il 2020 che arriverà…..

Se le cose rimangono così, non vanno bene. Se cambiano, non possono che peggiorare. Di soluzioni, di prospettive non se ne vede. Parlo a livello macro sociale piuttosto che macroeconomico. E’ un discorso che esula da problematiche o situazioni di carattere individuale o familiare. E’ un discorso che parte dalla constatazione di come va la società, il nostro paese e il mondo in generale. Demon Host – Timber Timbre

Il punto cruciale è fino a quando io, noi, le persone in generale potranno continuare a vivere curando il loro orticello. Penso che questo sarà possibile fino a quando non ci sarà un default, di carattere politico, economico, ambientale o di qualsivoglia altra natura. Siamo fermi, oppure stiamo correndo, verso il baratro o il precipizio, oppure siamo appesi ad un filo. Non si sa più neanche che metafora usare per descrivere la precarietà della nostra vita. Song, Woman and Wine – Gareth Dickson

Un sacco di belle canzoni, oggi. Song, se preferite, visto che un paio di titoli della serata contengono questa parola, ormai universalmente conosciuta. Meglio, dovrei dire, visto che ieri avevo condiviso poco, solamente un paio di canzoni. La musica bella, interessante e originale che vi ho presentato, o meglio proposto, spero che vi sia piaciuta

Un’altra domenica

Dopo il ristorante giapponese ieri abbiamo un po’ parlato con Pamela e Lionel di cosa fare i primi giorni dell’anno. Dopo qualche tentennamento, hanno deciso anche loro di venire alle terme. Prontamente avvisato dalla segretaria si era resa disponibile una camera che nel frattempo si era liberata, quindi io, l’ho potuta confermare. Nothing arrived – Villagers

Stamattina c’è una nebbia che si taglia a fette, momentaneamente purtroppo destinata a rimanere fuori dalla finestra. Non c’è la possibilità di uscire, sono destinato a rimanere momentaneamente qui incollato alla sedia e alla scrivania a fare documenti vari.

Una domenica normale

Possibile che si debba lavorare anche oggi che è domenica? Rimane quindi tutto fermo. I ragazzi dormono anche se è passato mezzogiorno. Ieri hanno preso il treno per andare a pattinare e stanotte sono tornati tardi che non li ho neanche sentiti. Hanno dovuto prendere un taxi perché ad una certa ora i treni finiscono. Io e Manu siamo andati a letto tardi, verso le 2. Naturalmente loro dovevano ancora arrivare, però Pamela mi aveva mandato un messaggio, quindi ero tranquillo. Oggi, come dicevo, non si fa granché, la giornata infatti è passata tra carte, documenti e vari piatti da preparare e rigovernare. Sono passate da poco le 18.30 e io mi sono addirittura appena vestito, era troppo deprimente rimanere in pigiama. Adesso però che sto ascoltando la mia musica, è tutta un’altra storia. Light That match – Down like silver

Cosa farò le prossime due o tre ore? Non lo so, non è un grosso problema, l’importante è essere un po’ con lo spirito giusto, poi qualsiasi cosa va bene. A volte dico che non voglio mangiare tanto, soprattutto la sera, ma poi finisco sempre per arrendermi, soprattutto davanti ad una bella pizza. Non credo infatti che una vera dieta sia fatta da privazioni e rinunce, penso invece che bisogna più che altro esserci con la testa e seguire qualche regola basica o fondamentale. Non starò qui a dirla perché sennò mi sembrerebbe di rubare il lavoro ai nutrizionisti e ai dietologhi. Preferisco parlare di musica, argomento che mi è più congeniale, e anche perché è per questo che sono qui. Parlare di musica e un po’ di me, della mia vita, della nostra vita, quella di tutti noi. Giusto per rilassarmi e rilassarci un po’.

Shallows

Numbers – Blood Music è il primo brano che sto ascoltando, questo sabato sera. Mi sembra interessante, in più è abbastanza vivace, quindi mi dà la giusta scossa per questa seconda parte della giornata che rimane da passare. Penso di condividerlo, quindi, sperando che piaccia anche a voi.

E’ stato oggi tutto abbastanza normale, per non dire banale o scontato. Sono andato con Manu a fare la spesa. Alla fine ho visto il carrello del supermercato come al solito pieno, anche se a me le uniche cose che interessavano erano le arance, la marmellata e qualche tramezzino da consumare a pranzo o a cena, quando non so cosa mangiare. Rigorosamente con il tonno e le olive nere. Little Green Cars – My Love took me down to the river to silence me

Perdonatemi se questo brano, appena proposto, ha il titolo così lungo. Mi è piaciuto, però, quindi l’ho inserito nella scaletta di oggi. Dopo la spesa, siamo andati a mangiare in un ristorante giapponese, con Pamela e Lionel. Io ho mangiato come al solito il mio pollo, nelle varietà fritto e al limone. Quando pensavo di essermi saziato abbastanza, è arrivato anche un riso bianco, quindi ho mangiato anche quello. Nel complesso comunque siamo stati bene, e non abbiamo speso neanche tanto. Dico così ma in realtà ha voluto offrire Lionel, forse perché si sentiva in debito di qualcosa.

Un lungo viaggio

Se penso che ha attraversato l’oceano per stare 3 settimane con Pamela, penso che tutto quello che abbiamo fatto o facciamo non sia abbastanza, rispetto al viaggio che ha fatto lui per venire a trovare la sua fidanzata. E’ partito dal centro America, e si è messo in movimento, per un viaggio che complessivamente sarà durato una ventina di ore. Comunque, a parte questa divagazione, relativa alla spesa, siamo poi andati ancora a fare dei piccoli acquisti. Io ho comprato dei rasoi e una cintura, loro sono ritornati al centro commerciale anche per cambiare un maglione che forse era piccolo oppure non era della misura giusta. Adesso sono qui a casa. This Ace I’ve Burned – Ellen and the Escapades

Ci sarebbero tante cose da fare e non credo ci si possa rilassare troppo. Ci sono infatti tanti scatoloni, tante cose da mettere a posto, vari documenti da fare o rimasti in sospeso. Domani è domenica, e si potrà dormire un po’ di più. Questa è una piccola cosa di cui sono sicuro, il resto è sempre e ancora in costruzione. C’è un sentimento, un pathos, che dobbiamo sempre mantenere, anche in questi giorni di festa: la voglia di fare qualcosa. La voglia di essere protagonisti e non farsi travolgere dagli eventi e dalle circostanze. Dobbiamo pensare che siamo gli artefici del nostro destino, e questo potrà inesorabilmente darci la forza per andare avanti, nonostante le difficoltà. Shallows – Boats

Non credo di condividere altri brani, anche se adesso ne sto sentendo uno che mi piace, è Shine for You – Brianna Lea Pruett. Dovrei intanto vedere se per caso non l’ho già proposto, almeno ultimamente. A parte questo, vorrei fermarmi per oggi. Dovrei fare altro, mi sembra anche di avere scritto troppo e forse di essere stato anche un po’ retorico. Mi interrompe proprio in questo momento Pamela che è stata giù in garage e non riesce a trovare un paio di stivali neri che pensa si trovino lì. Devo ringraziare il cielo che almeno in questa occasione non ci sia da comprare niente. Preparo armi e bagagli e vado giù a vedere.

Rod Stewart

Pamela cambia sempre le impostazioni di spotify. L’applicazione quando la aprò esordisce sempre con musica inascoltabile. Un po’ rap, un po’ pop, un po’….non saprei come definirla. Tipo Eminem piuttosto che Spice Girls. Inascoltabile, ripeto, perché forse è l’epiteto, l’appellativo più adatto al genere di musica che ascoltano i giovani oggi. Meglio i giovani di 50 anni fa, per esempio. Loro andavano alle manifestazioni, mica perché ci credevano davvero. Solo per fare casino e scopare. Scusate il termine, non sono né l’Espresso né il Corriere della Sera, e nemmeno Carofiglio o qualche altro autore famoso. Non credo quindi che siano in tanti a leggere queste righe. Ho detto solo questa cosa sconvenientissima, mica perché ho avuto una folgorazione. Non mi sono inventato niente. E’ stato Rod Stewart a dirlo, e forse, dal suo punto di vista, ha avuto ragione oppure è stato simpatico. Library Magic – The Head and the Hearth

Censura a parte, che non mi colpirà, se ha potuto dirlo lui, a maggior ragione potrò scriverlo io, che non faccio che riportare parole dichiarate e apparse oggi in un’intervista ad un giornale inglese. Lui, Rod Stewart, pare sia ancora ai vertici delle classifiche musicali inglesi. Segnando quindi un record, quello di essere in cima alla veneranda età di circa 75 anni.

La trasandatezza di Rod

Io non sono così vecchio, ho circa una ventina di anni di meno, e non c’è neanche bisogno che pubblicizzi un personaggio così famoso. Neanche gli altri autori hanno bisogno di me, hanno una loro notorietà che è senz’altro minore rispetto a Rod Stewart, però essendo meno conosciuti, preferisco scrivere e occuparmi di loro. Loro che magari si potrebbero mettere un papillon, come il brano che sto per condividere. Rod sicuramente no. Lui era un rockettaro quindi mai troppo elegante, anzi, un po’ trasandato. Papillon – Blanco White

Divagazioni interrotte dalla scelta e dall’acquisto di un vestito, appena effettuata su internet. La carta di credito sarebbe meglio non averla, è un’arma pericolosa. All’orizzonte c’è il veglione di capodanno, e Pamela si preoccupa di avere il vestito giusto. Per l’occasione lo fa arrivare, non so bene da dove, ho visto solo che come mezzo di spedizione c’era scritto Dhl. E va bene, anche questa spesa è andata. Non si finisce mai.

Le perdite della vita

Si direbbe che la nostra vita è un vortice interminabile dove si perdono continuamente amicizie, occasioni, persone, tempo e soldi. Proprio ieri ho saputo di un mio vecchio amico degli anni 80 prematuramente scomparso la vigilia di Natale. Poverino, non meritava di andarsene così presto. Purtroppo si muore anche nei giorni normali della vita, e questo è un destino crudele, oltreché beffardo. In questo momento tra l’altro vorrei parlarvi di qualche bella canzone, ma non sto ascoltando niente. Ci penserò più tardi a proporre qualcosa, adesso tra l’altro devo uscire, quindi momentaneamente stacco. Iron & Wine – Naked as We Came

Adesso che sono le 9 e mezza di sera, vi dirò che fa abbastanza freddino. Le mie mani sono gelate, in casa c’è una temperatura che mi sembra bassa, eppure ho tirato fuori dal freezer un gelato. Potrà sembrare strano, ma ho voglia di rinfrescarmi, forse perché ho mangiato una pizza. Pamela e Lionel sono andati alle terme, io stamattina e oggi pomeriggio ho un po’ lavorato, Manu non stava tanto bene e ha riposato, dopo essere stata in studio stamattina. E’ tornata tardi e ha mangiato un panino, quindi stasera non aveva tanta fame. Ha preso la pizza anche lei, ma ne ha lasciata metà, io invece l’ho mangiata quasi tutta. Olalla – Blanco White